Le cause del sinus pilonidalis (nido di peli, definito anche comunemente cisti sacrococcigea) possono essere sostanzialmente due. La prima è che lo sfregamento che si verifica in corrispondenza del solco intergluteo determini l’incarnamento dei peli. Ne consegue la formazione di cisti che, sottoposte a microtraumi continui (come avviene nella posizione seduta), finiscono con l’andare incontro a un’infiammazione da cui origina l’ascesso. La seconda possibile causa è che in questa sede cresca e si sviluppi tessuto di derivazione ectodermica (prevalentemente cute e annessi). Questi elementi (peli, ghiandole sudoripare, a volte frammenti dentari), non potendo comunicare liberamente con l’esterno a causa dell’integrità della cute soprastante, determinano la formazione di un ascesso che, più o meno spontaneamente, tende ad aprirsi e a svuotarsi verso l’esterno, attraverso tramiti fistolosi della regione sacrococcigea tra cute e periostio.
La maggiore incidenza della malattia si rileva a carico del soggetto giovane, prevalentemente di sesso maschile, con apparato pilifero ben rappresentato e carnagione scura.
Diagnostica clinica
L’esordio clinico della patologia avviene, in genere, in età giovanile. Nella maggior parte dei casi, c’è il riscontro, da parte del paziente, di un modesto gemizio di liquido sierocorpuscolato attraverso uno o più fori localizzati, il più delle volte, nella metà superiore del solco intergluteo. Tale secrezione sporca quotidianamente gli indumenti intimi del paziente e rende umida la regione, con irritazione e prurito. In altri casi l’esordio è invece acuto, con il prodursi di un ascesso sottocutaneo nella regione sacrococcigea, molto dolente, associato o meno a febbre, che si drena spontaneamente dopo alcuni giorni (oppure viene drenato mediante incisione chirurgica).
L’esame clinico si esegue in decubito prono. In regione sacrococcigea, l’ascesso si presenterà come una tumefazione arrossata e fortemente dolente alla palpazione. Quando presente, si potrà rilevare l’orifizio (o gli orifizi) fistoloso, in genere localizzato nella metà superiore del solco intergluteo. Spontanamente o dopo aver esercitato una pressione in corrispondenza della fistola, sarà possibile notare una secrezione sieropurulenta o modicamete sanguinolenta. La fistola sacrococcigea può eventualmente complicarsi con ramificazioni tali da raggiungere in alcuni casi anche la regione perianale, simulando in tutto e per tutto una fistola perianale. Sarà, in questo caso, fondamentale eseguire un’esplorazione rettale in decubito laterale sinistro, per accertarsi della presenza di un orifizio fistoloso interno e per poter effettuare la diagnosi differenziale con la fistola perianale. Infatti, per quanto complicato, il sinus pilonidalis non presenta mai un tramite con il retto.
Diagnostica di laboratorio e strumentale
Un esame emocromocitometrico potrà rivelare una leucocitosi con neutrofilia negli ascessi acuti, insieme a un innalzamento degli indici di flogosi (proteina C reattiva, velocità di eritrosedimentazione). Il quadro laboratoristico potrà apparire molto più sfumato nelle forme croniche.
L’anoscopia e l’ecografia transanale sono indicate solo per la diagnosi differenziale nel sospetto di un ascesso o di una fistola perianale.